
Sempre nel comparto del design, il secondo occhiale classificato è stato Fase Armour di In Sana, azienda che trae dalla cultura Techno la propria linfa vitale e la riversa nel mondo dell’occhialeria.
A differenza di quanto si possa pensare e immaginare, i prodotti di In Sana sono pensati e realizzati per un pubblico molto vasto nonostante a un primo colpo d’occhio gli occhiali disegnati da Silvia Fresco possano essere percepiti come modelli di indossabilità destinata a pochi. Invece il bello di questi occhiali sta proprio nella loro versatilità a fronte di un design che sembra essere esclusivo.
Non è un risultato semplice da ottenere e proprio per questo ci pare interessante nella breve intervista con Silvia Fresco, partire proprio da qui.
Come nasce l’occhiale premiato e quali le caratteristiche di base di questo modello e della collezione cui appartiene?
“Per prima cosa c’è da dire che quest’anno la nostra proposta è più organica ed omogenea rispetto al passato. La scorsa collezione ad esempio era composta da sei modelli diversi fra loro. Mentre quest’anno abbiamo scelto di dare una impronta più complessiva ai modelli che infatti parlano tutti il medesimo linguaggio.
Che è quello del metallo fluido. Il risultato è che proponiamo dei modelli molto leggeri, fluidi apparentemente come l’acqua ma in realtà si tratta di occhiali tenaci. Non a caso si chiamano Fase Armour, dove il richiamo all’armatura è nel nome stesso. Qui il desiderio quindi di dare robustezza ma anche fluidità. Quest’ultima permette di lasciare trasparire le emozioni che in una fase di sostanziale ricostruzione come quella che stiamo vivendo dopo anni di difficoltà mondiale inevitabilmente ci sono e devono emergere in qualche modo.”
In ogni caso sintetizzare i due ruoli che stanno dietro alla fluidità e all’armatura non è certamente facile, visto che si tratta di due ispirazioni apparentermente lontane fra loro.
“E’ vero, anche per questo abbiamo deciso di mostrare la collezioni in questo concorso. Siamo convinti e io ne sono la più convinta che ci si debba mostrare solo quando si è riusciti a interpretare il pensiero che ci ha guidato in modo soddisfacente. Ecco penso che in questa condizione sia stata rispettata a pieno in Fase Armour.
Non è stato un risultato facile perché ha richiesto una buona dose di elaborazione dell’idea e dei pensieri che c’erano dietro. Però direi che alla fine l’obiettivo è stato raggiunto e la giuria lo ha riconosciuto. Quindi benissimo così!.”
Siete alla seconda partecipazione a questo evento. Quali i pensieri e le emozioni che vi portare a casa?
“Il primo aspetto è il piacere di essere qui per il secondo anno di fila. Per me in particolare è una ottima occasione per conoscere meglio il mondo in cui sono entrata da pochi anni ed è anche l’occasione per godermi un luogo davvero stupendo.
Quindi grazie a Eidos che ha organizzato tutto questo nella speranza di essere presenti anche il prossimo anno, magari per festeggiare un nuovo modello di In Sana nella speranza che possa raccogliere il plauso dei presenti, come capitato quest’anno.”