Abbiamo intervistato Emma Concato, responsabile design dell’azienda vicentina JDO, vincitrice del premio Graziella Pagni nella categoria Design.
Gli occhiali Jacques Durand sono prodotti in Italia dalla azienda che l’iconico designer francese, scomparso pochi mesi fa, scelse di fondare in Italia e che produce i suoi modelli.
Emma Concato, come nasce e come si sviluppa la collezione e il modello con cui avete ottenuto il Graziella Pagni Eyewear Award nella categoria Design?
“Il successo ottenuto è figlio di diversi elementi miscelati sapientemente fra loro. Il primo è la scelta che fece Jacques Durand di insediare la propria produzione in Italia concentrando ogni passaggio produttivo all’interno delle mura aziendali, il secondo è la qualità dei nostri designer che, partendo da idee di Jacques Durand e mescolando queste idee con la propria capacità artigianale legata al mondo della gioielleria, sono riusciti a creare dei prodotti più che unici.
Inoltre il modello premiato è stato studiato per le alte miopie e quindi indirizzato ad affrontare tematiche un po’ diverse dalla normalità assoluta. Anche tenendo conto di questa particolarità, non possiamo che esserne più che soddisfatti.
Credo che se Jacques fosse qui con noi sarebbe orgoglioso di ritirare questo premio e del lavoro svolto. È il frutto di un percorso lungo e non certo facile alla base del quale ci sono da una parte la creatività di Durand e dall’altra la sua decisione di portare in Italia completamente la produzione. Non è stato un lavoro facile, ma è stato un processo importante e che ora inizia a raccogliere i frutti per cui Jacques aveva deciso di seminare. Ora dobbiamo proseguire nel suo solco.”
La scelta di Jacques Durand di trasferirsi in Italia e di fare tutto in una sola azienda è comunque un passaggio decisivo.
“Era un processo di cui Jacques Durand era molto orgoglioso. Questo trasferimento era stato pensato, concepito e realizzato proprio da lui. Non è stato un percorso facile e neppure veloce, ma alla fine ha dato i suoi frutti. Credo che in Italia Jacques avesse proprio intravisto una riserva preziosa di potenzialità e di professionalità del tutto particolari per le quali riteneva si dovesse correre qualche rischio pur di valorizzarle e averle a disposizione.
Aveva fatto le cose con grande serietà e convinzione e infatti ne era davvero felice. Nonostante si fosse trattato di una scelta per certi versi difficile, la decisione alla fine era quella giusta ed è stata giusta anche la scelta di muoversi con determinata pazienza, andando giorno dopo giorno alla ricerca dell’eccellenza.”
Da una giornata come quella di oggi quali sono le principali emozioni, al di là del premio ovviamente, che si percepiscono?
“In primo logo l’emozione degli incontri e delle storie che sono emerse da questo ritrovarsi. Storie personali che spesso sono intergenerazionali. E poi c’è l’aspetto del confronto che non è meno importante: qui abbiamo incontrato colleghi con cui davvero abbiamo potuto condividere e confrontare idee e pensieri.
Non è una cosa rara e ci conferma che far parte di questo mondo non è solo una scelta produttiva, ma è e resta una decisione emotiva, perché non credo che siano molti i comparti industriali in grado di farti vivere emozioni come quelle di oggi.”