
La categoria Innovazione del Graziella Pagni Eyewear Award vede come occhiale più votato la collezione Fico d’India della Antica Fabrica Italiana di Canino, in provincia di Viterbo.
Quello di Canino e dei suoi è un percorso lungo e importante che già avevamo avuto modo di raccontare in passato. Antica Fabbrica Italiana infatti è un produttore di occhiali atipico, visto che la sua è una tradizione che parte dal materiale e non dall’oggetto. Massimo Canino che si è aggiudicato il primo premio per l’innovazione rappresenta a tutti gli effetti una famiglia di artigiani che da otto generazioni lavorano con il legno. Ed al legno si sono rivolti anche quando hanno deciso di avvicinare il mondo dell’occhialeria.
Sig Panetti, può riassumere la sua storia e la vicenda imprenditoriale della sua famiglia nel percorso che vi ha portato qui?
“Come diceva lei, la nostra è una azienda che opera da otto generazioni nel mondo della falegnameria e quindi il mondo dell’occhiale per noi è una scoperta relativamente recente. Una realtà che però ci ha affascinato fin da subito anche grazie alla presenza nel nostro progetto di un personaggio come Paolo Seminara. Paolo ci ha guidato con la capacità e la semplicità che solo una persona innamorata del proprio lavoro riesce a mostrare al prossimo.”
Come nasce questo occhiale e dove si cela il concetto di innovazione?
“L’innovazione sta proprio nell’occhiale e nel suo modo di essere prodotto. Da noi, seguendo la nostra tradizione fatta di falegnameria, ogni singolo occhiale viene realizzato con macchinari a cinque assi CNC. Questo significa che l’occhiale esce già esattamente come deve essere indossato. Angoli pantoscopici, meniscatura e aggiustaggi vari sono realizzati in fase produttiva e di conseguenza non si possono produrre effetti di distorsione ottica.”
Essere dei falegnami e quindi conoscere l’uso della materia e delle macchine per lavorarla, quanto vi ha aiutato nella vostra crescita tecnica?
“Posso dire con certezza che senza la nostra conoscenza di base dei materiali e delle macchine non saremmo stati in grado di arrivare al prodotto attuale. Penso che sarebbe impossibile partire da zero e produrre un occhiale utilizzando macchine e tecniche a cinque assi. Non si improvvisano né le tecniche né la conoscenza. Il nostro lavoro lungo otto generazioni è stato fondamentale sia nella progettazione sia nella realizzazione. Diverso è il discorso nella fase di ideazione, dove le conoscenze non sono meno importanti. Per questo il supporto di un esperto di grande valore come Paolo Seminara è stato indispensabile. Senza di lui credo che non saremmo qui con il medesimo risultato.
Quindi lasciamo a Seminara ciò che è di Seminara!
“È proprio così: a Paolo Seminara lasciamo gli aspetti culturali, tecnici e di design. Lasciamo gli angoli pantoscopici e tutto quello che è di natura tecnica nella ideazione di un occhiale. Per noi invece teniamo gli aspetti di lavorazione o se preferisce la parte più divertente, quella per certi versi assimilabile al gioco!”